domenica 22 maggio 2016

Castrocaro, il termalismo, il fallimento gestionale del privato, l'incapacità del pubblico

La Camera di Commercio di Forlì-Cesena ha recentemente pubblicato il Rapporto sull'economia del 2015 della Provincia in cui, nel settore del Turismo si evidenzia (pag 140) che: "Analizzando i dati comunali, sia di Bagno di Romagna che Bertinoro hanno chiuso il 2015 con un bilancio di presenze nel complesso positivo: rispettivamente +0,4% e +1,8%. 
Bertinoro, con lo stabilimento termale di Fratta Terme, ha attirato il 2,1% di turisti italiani in più rispetto al 2014 mentre Bagno di Romagna ha registrato una flessione dell'1,6% di turisti stranieri.  

A Castrocaro Terme e Terra del Sole si è invece registrata, rispetto allo scorso anno, una flessione negli arrivi del 9,3% e nelle presenze pari al 9,5%".

http://www.turismo.fc.it/_vti_g7_AP.aspx?rpstry=71_
E' questa una situazione economica che si protrae da diversi anni senza sosta che dimostra come il termalismo, la maggior industria del Comune, considerando anche l'indotto, è gestito da un'azienda privata incapace di inverire la tendenza negativa e che l'Ente pubblico è totalmente assente con proposte politiche propositive tali da favorire e sostenere il settore.
A questa situazione economica, sociale e culturale, estremamente grave e preoccupante, si deve aggiungere che l'Ente locale, spalleggiato dalla Regione Emilia-Romagna, anch'essa incapace di porre in essere soluzioni positive ed alternative al declino, sta per cedere al gestore privato le proprie quote azionarie della società termale dopo anni di "svendite" e dismissioni discutibili di parti consistenti di patrimonio pubblico di rilevanza ambientale e storica.

Qualcuno dei soliti noti politici e imprenditori locali proverà ad obiettare che questa riflessione non sia obiettiva in quanto la situazione castrocarese è figlia di un settore che registra da decenni una crisi profonda!
Ma è proprio vero che il termalismo regionale in Emilia-Romagna è in crisi profonda?
Sembrerebbe invece il contrario da quanto pubblica il Corriere della Sera in un recente articolo (4 Aprile 2016) significativamente intitolato "La crisi del modello termale - Stabilimenti in difficoltà divisi tra cura e divertimento": Le terme in Emilia-Romagna sono in crisi? Secondo le statistiche e gli addetti ai lavori, per i 26 centri distribuiti in 19 località della regione, le cose non starebbero proprio così. Nel 2015 l’andamento turistico del comparto ha registrato un incoraggiante +7,3% alla voce arrivi rispetto all’anno precedente, col totale di persone che hanno effettuato soggiorni termali salito da 356.000 a 382.00 ... In aumento anche le presenze (le notti in strutture ricettive): +2,9%, ovvero da 1.472.000 a 1.515.000, con un incremento del 22% di componente straniera (163.000 nel 2014, 199.000 nel 2015) (...) con «un indotto per il territorio di circa 700 milioni» (...) «Il comparto delle terme dell’Emilia-Romagna contribuisce al 25% dei ricavi del settore di tutta Italia» ... nel corso del decennio si è registrato un leggero incremento degli occupati a tempo indeterminato, dovuto alle realtà che hanno optato per l’apertura annuale» (...) le terme rappresentano anche una fonte di reddito per almeno 14.000 persone con attività di vario genere sul territorio. «Ci sono località che vivono quasi esclusivamente di questo» continua il presidente di Coter, facendo l’esempio di Bagno di Romagna, isola felice con tre centri termali e quasi 80.000 arrivi nell’ultimo anno, almeno stando a Elias Ceccarelli, presidente di Terme Sant’Agnese spa, unica società pubblica (al 96%) del trio. Eppure gli affari non vanno benissimo ovunque. Basta spostarsi alle terme di Salsomaggiore e Castrocaro, dove ci sono due uniche società proprietarie degli stabilimenti con partecipazione regionale — rispettivamente del 23,43% e del 10,2% — per riscontrare perdite da oltre 5 milioni negli ultimi due anni. Tanto che viale Aldo Moro è da mesi a lavoro per cedere le proprie quote. Nel giro di un anno, assicura Corsini, la Regione sarà fuori dalla compagine salsese, mentre per Castrocaro, dove attualmente il rilancio sembrerebbe funzionare — grazie alla società di gestione Longlife Formula spa, della holding Gvm Care & Research — «si spera anche prima».


Conclusioni? Che la vicenda castrocarese sia ormai di lunga data lo sanno tutti, cani e porci, e che le responsabilità siano da ricercare nelle "alte sfere politiche", regionali e locali del partito di maggioranza è altrettanta cosa nota ma, l'esito di questa situazione, a poco meno di un anno dalle prossime elezioni amministrative, sarà quello di un totale depauperameto di risorse che getterà il Comune termale forlivese nella più profonda crisi politica degli ultimi 150 anni!

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