domenica 14 ottobre 2007

senza memoria non c'è fututo

Nascere libero dal passato
La grande occasione del Pd

di Ilvo Diamanti - repubblica.it


Comune ai candidati, "vecchi" e "nuovi" è l'incertezza dei riferimenti. Per cui il Pd appare un partito senza padri né maestri. Senza santi e senza dei. I cui numi ispiratori sono, per Veltroni, il pannello solare e il computer. Per Adinolfi, gli inventori di Google. Per Schettini (che ha abbandonato la competizione nelle ultime settimane) il mitico capitano Kirk dell'Enterprise. Per Bindi e Letta: nessuno. Un partito che, peraltro, ha estromesso dai suoi riferimenti la tradizione socialista. Un partito tanto "nuovo" da aver rimosso il passato e oscurato l'orizzonte.



Ad ovest di Berlusconi. Il PD e la sinistra

La formazione del Partito democratico è il punto terminale di un intero ciclo della cosiddetta seconda Repubblica, segnato dalla perdita di rappresentatività e di autorevolezza dei partiti e dallo svilimento della politica, che ha sospinto l'Italia verso una crisi democratica e sulla soglia della sua stessa tenuta come nazione. Ma le modalità di costruzione del nuovo soggetto politico, tutte centrate sulla preminenza del leader rispetto alla forma del partito (che resta ignota) e sul carisma di chi impugna lo scettro del comando rispetto al fascino del progetto e alla coerenza del programma (che in un secondo tempo forse saranno definiti), non fanno altro che accentuare il personalismo e il leaderismo come tratti dominanti dell'agire politico, dando luogo all'insediamento di un partito personale posto al servizio del capo, non viceversa. Lo strumento detto delle primarie, a differenza di quanto avviene negli Usa, non serve in questo caso per scegliere il candidato da proporre per la guida del governo, ma per insediare direttamente il segretario di un partito, che perciò del partito sarà il dominus incontrastato. Una forma di cesarismo plebiscitario, che contiene in sé i germi del declino della politica che si vorrebbe contrastare.

Nessun commento: