venerdì 10 agosto 2007

FALSI E LEGGENDE SULL'USO DELLA MARIJUANA

Il Ministero della Salute ha appena pubblicato le tabelle indicanti i limiti massimi delle diverse droghe, oltre i quali chi le detiene potrà essere considerato spacciatore e finire in prigione dai 6 ai 20 anni. Riguardo alla cannabis questi limiti sono generosamente alti: 500 mg di principio attivo corrispondenti a 60 spinelli (al 3% di THC). Contrariamente a quanto ha dichiarato il Ministro Gasparri “Ora certi magistrati non potranno più fare il loro comodo favorendo lo spaccio della droga” sarà il giudice a decidere se la sostanza è destinata ad un uso non esclusivamente personale, anche in deroga alle tabelle ministeriali.

La novità della legge Fini-Giovanardi è quella di considerare la marijuana alla stessa stregua e della cocaina e dell’eroina. Pertanto la canapa viene spostata dalla Tabella II a quella I, dove sono elencate le droghe più “pesanti”, inclusa la cocaina e l’eroina. Viceversa, il Governo britannico nel 2003 ha spostato la canapa dalla Classe B alla Classe C, tra le droghe meno pericolose (in Inghilterra le droghe sono catalogate in tre classi, A, B e C, in ordine decrescente di pericolosità).
Evidentemente gli esperti del Governo britannico (Advisory Council on the Misuse of Drugs) ritengono che la tossicità della cannabis sia inferiore a quanto ritengono quelli del Governo italiano. Se la classificazione della canapa è avvenuta sulla base delle conoscenze scientifiche c’è da chiedersi se gli esperti abbiano letto la stessa letteratura scientifica sull’argomento o se gli esperti italiani abbiano evitato la fatica di passare in rassegna l’immensa letteratura sui pericoli dell’uso della marijuana.

Nel corso degli ultimi cento anni i governi di differenti nazioni hanno incaricato delle commissioni per stabilire i danni del consumo di marijuana sui consumatori e sulla società. Le conclusioni delle commissioni, a cominciare da quella indiana sulla cannabis del 1894 al più recente Cannabis 2002 dei Ministeri della Sanità di Belgio, Francia, Svizzera, Germania e Olanda, sono state che l’uso della marijuana non è un problema tanto grave da sottoporre a procedimenti penali le persone che ne facciano uso o la possiedano a tale scopo.

In verità molte affermazioni sulla pericolosità della cannabis (la marijuana uccide, rende schizofrenici o criminali, fa perdere la memoria, rende impotenti, è la principale causa di incidenti stradali) sono delle esagerazioni, generalizzazioni o delle vere e proprie leggende. Succede anche che le stesse evidenze scientifiche siano interpretate in modo differente dai proibizionisti e dai teorici della legalizzazione. Ad esempio, il fatto che quasi tutti i consumatori di eroina o cocaina abbiano usato in passato anche la marijuana viene considerato dai proibizionisti la prova che la marijuana è la causa del passaggio alle droghe pesanti. Lo stesso fatto viene spiegato dai teorici della legalizzazione come un’associazione statistica nel senso che essendo l’uso della marijuana così diffuso, è statisticamente probabile che quella percentuale relativamente piccola di persone che usano droghe pesanti abbia usato in passato anche la marijuana. A sostegno di tale interpretazione sta il fatto che la massima parte dei consumatori di marijuana non passa ad usare alcuna droga pesante. Un recente rapporto della commissione inglese sui pericoli dell’uso di cannabis dichiara “ammesso che la cannabis sia la porta di passaggio alle droghe pesanti, questa porta deve essere molto stretta se la maggioranza dei consumatori di cannabis non passa mai alle droghe della Classe A”. Paradossalmente, senza volerlo, la nostra legge, dichiarando la marijuana droga pesante, mette fine all’intramontabile leggenda che questa droga leggera porta alle droghe pesanti.

Un altro argomento forte a sostegno della pericolosità della cannabis è che essa induca la schizofrenia. In verità questa condizione è più frequente tra i forti fumatori di marijuana che non tra i non fumatori. Ma anche questa volta si può sostenere che non è la marijuana a provocare la schizofrenia ma che gli schizofrenici sono più portati ad usare la marijuana, probabilmente per attenuare il loro disagio interiore. E’ vero tuttavia che la marijuana può esacerbare i sintomi psicotici negli schizofrenici e talvolta produrre episodi di panico, ansia e paranoia nelle persone normali.

La Tabella I della legge Fini-Giovanardi oltre a oppio, coca e amfetamine include “ogni altra sostanza che produca effetti sul sistema nervoso centrale ed abbia capacità di determinare dipendenza fisica o psichica dello stesso ordine o di ordine superiore a quelle (sic) precedentemente indicate”. A parte le incertezze sintattiche, l’articolo di legge è incoerente, altrimenti avrebbe dovuto inserire nella Tabella I anche l’alcol e il tabacco, poiché essi producono una dipendenza di gran lunga superiore a quella prodotta dalla cannabis.

Equiparare i rischi rappresentati dall’uso della cannabis a quelli dell’uso di altre sostanze molto più potenti dal punto di vista farmacologico danneggia la credibilità della legge; le bugie e le esagerazioni sui pericoli della marijuana servono poco a dissuadere i giovani dal provarla e possono sortire l’effetto opposto.
Il Governo americano, su pressione dell’opinione pubblica, investe ingenti risorse per ricerche atte a dimostrare la pericolosità biologica della cannabis. È probabile che l’”accanimento” scientifico porterà a scoprire qualche effetto negativo della cannabis sfuggito alle indagini delle commissioni nel corso degli ultimi cento anni, ma è improbabile che esso sarà così grave come quelli prodotti dal finire in prigione.
06/04/2006 Gian Luigi Gessa

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